lunedì 30 giugno 2014

Il Calabrone e la Scienza.

Capita spesso, durante una disquisizione, anche sulle scie chimiche, che l’interlocutore, una volta messo di fronte a prove o deduzioni, che fondano la base sulla scienza, ci definisca scientisti, inteso come una sorta di dispregiativo. In genere, il passaggio successivo, è che la Scienza non può spiegare tutto, che spesso si sbaglia e via discorrendo.
1 – La scienza non può spiegare tutto
Non credo che nessuno abbia mai affermato nulla di simile. Ma spesso, per comodo, i complottisti confondo questo assunto, col fatto che un fenomeno può essere spiegato nella sua interezza, come ad esempio le scie. Attualmente non esiste aspetto della formazione o caratteristica delle scie, che non abbia almeno un paper di studi al riguardo.
2 – Il Calabrone non può volare, lui non lo sa e vola lo stesso.
Questa frase, mi è stata riportata un sacco di volte, e nelle intenzioni dell’interlocutore, si vorrebbe smontare il fatto che si possano usare argomentazioni scientifiche come base delle dimostrazioni sulla questione in discussione.
Beh, tanto per capirci, la frase è una bufala.
O meglio, agli inizi del ‘900, alcuni entomologi, provarono ad applicare le equazioni della resistenza dell’aria sull’insetto. I calcoli di allora, mostrarono che teoricamente, il Calabrone non poteva volare.
Ma la Scienza, di fronte ad una situazione del genere, normalmente s’impegna a trovare l’errore. E così è stato. E non si trattava di un errore di calcoli, ma quanto più di applicazione di formule.
Nel caso del Calabrone, si è utilizzato un modello lineare semplificato di profili alari oscillanti. Questo modello assumeva piccole oscillazioni delle ali e nessuna separazione del flusso d’aria attorno ad esse.
Una migliore analisi del movimento delle ali del Calabrone (le ruota mentre le batte in alto e in basso), una misura precisa della velocità con cui batte le ali (circa 200 volte al secondo), e uno studio più approfondito della morfologia dell’ala vera e propria (inizialmente si credeva che fossero lisce, mentre si è notato che invece sono corrugate e questo cambia completamente la dinamica dell’aria su di esse), hanno portato alla conclusione, che la “forza bruta” insita nel volo del Calabrone, porti le sue ali a produrre costantemente uno stallo dinamico.
Uno stallo dinamico, è una condizione in cui, mentre l’ala si muove ad alta velocità, supera l’angolo d’incidenza critica. A differenza dello stallo classico, uno stallo dinamico, per un breve momento, produce prima di perdere portanza, un potere di sollevamento maggiore di quanto farebbe l’ala se si muovesse linearmente nell’aria. Sfruttando questa caratteristica dello stallo dinamico, e producendolo in continuazione, il Calabrone riesce tranquillamente a sollevare il suo peso per aria.
3 – I modelli cambiano
Questo fa la Scienza. Se viene trovato un errore, lo si cerca, lo si corregge e si va avanti. Il Calabrone ha mostrato sì un errore, ma non nei calcoli, ma nell’aver applicato quelli sbagliati invece di quelli giusti. Ha mostrato che si è data per scontata la sua meccanica di volo.
Per le scie, il principio è lo stesso. I sostenitori spesso, non si rendono conto di aver fatto lo stesso errore, di continuare ad applicare le considerazioni sbagliate. Danno per scontato di conoscere le meccaniche che le generano, senza conoscerle effettivamente.
Per assurdo, uno scienziato, se vedesse il 2 Giugno, un aereo che rilascia una scia di condensa da gas di scarico, a 1000 metri di quota, prima di credere ad una cospirazione, cercherebbe di capire se il modello attuale è sbagliato, se c’è qualcosa che non sa sull’atmosfera di quel giorno o sul tipo di ali e motore utilizzati, e via discorrendo. Aggiornerebbe cioè i modelli, a fronte delle nuove informazioni.
Per fortuna però, le scie che vediamo nei cieli, continuano a rispettare TUTTI i principi della fisica e della chimica. Rispettano TUTTE le proprietà che ci si aspettano dal ghiaccio. Rispettano tutti gli studi compiuti dai meteorologi, dagli ingegneri aeronautici e dagli studiosi.
Per cui, al momento, non c’è nessun modello da cambiare. Con buona pace di chi ci dice che non possiamo essere sicuri che qualcosa debba ancora essere scoperto riguardo alle scie, finché tutto conferma quanto studiato, supposto, sperimentato e verificato fino ad oggi, non c’è motivo di dubitare granché

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