lunedì 30 giugno 2014

Rotte anomale, terza parte

4 – L’effetto del vento
Non ho mai ben capito come mai, chi guarda le classiche foto dei reticoli che fanno le scie nel cielo, non sia in grado di capire al volo che questo molto probabilmente è causato dal vento.
Alle quote in cui si formano le scie, è comune trovare venti che soffiano ad alte velocità, tranqullamente 40 miglia all’ora (64 km/h) ed anche molto di più. Le classiche correnti a getto, inoltre, raggiungono una velocità media di 100 mph (160 km/h), fino a punte di 200 mph (320 km/h). A quella velocità, dopo essere state rilasciate, le scie si spostano rapidamente da dove si sono formate.
Il vento, è l’intera massa d’aria che si sposta, e con esso si spostano le condizioni. Per questo le scie persistenti, tendono a rimanere tali e non smembrarsi, seppure spostate dal vento.
Alla velocità di 60/80 chilometri all’ora, una scia è in grado di spostarsi da sopra la verticale di un osservatore e raggiungere angoli molto bassi sull’orrizzonte.
E due rotte che si incrociano (ricordiamolo, solo otticamente, una può sembrare incrociarsi con l’altra, ed essere a 2000 metri sopra di essa, tranquillamente), ed l’azione del vento, che intanto sposta le scie rilasciate, è sufficiente a creare un reticolo.
L’esempio migliore, lo trovate qui:
http://contrailscience.com/contrail-simulations/
L’applicazione Java che trovate nella pagina sopra, inoltre, se disattivate la checkbox “Intersection”, mostra un altro tipo di deformazione delle scie dovute dal vento, ovvero, invece di due rotte che si intersecano, un solo aereo che esegue una traiettora racetrack (ovvero tipo ippodromo).
Infine, l’effetto del vento, se considerato correttamente, rende molto ma molto improbabili affermazioni, come “ho visto, la scia che ha rilasciato l’aereo, è rimasta sopra la mia testa per 8/10/24 ore”. Calcolando che a meno che non abbia il vento quasi parallelo ad essa e molto debole, pur potendo persistere per ore, è raro che resti tanto tempo in una zona precisa, senza spostarsi.

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