lunedì 30 giugno 2014

La lettera a Napolitano

Una delle storielle più divertenti, è che secondo svariate fonti, nel 2010, lo stato italiano avrebbe ammesso l’esistenza delle scie chimiche.
Il tutto sarebbe dovuto ad alcune richieste di chiarimenti di una signora, che osservando il fenomeno delle scie persistenti, ed essendo venuta a conoscenza della loro supposta natura venefica, si rivolge prima all’allora ministro La Russa, e per finire al capo dello stato, Pres. Napolitano.
Per farla breve, nella sua lettera, la signora parla di “decine e decine” di “velivoli non identificati”, e dato che lei non abita “nei pressi di un aeroporto”, la cosa non le torna. (perché è noto che gli aerei volano solo in prossimità di aeroporti, e quando fanno la traversata atlantica, si portano l’aeroporto dietro, sennò sopra l’oceano come fanno?). Poi afferma che non sono aerei di linea, né civili né commerciali (... ma non aveva detto che non li aveva identificati, come fa a sapere cosa non sono?) che volano a bassa quota (perché riesce a vederli...) e che ovviamente rilasciano scie.
Il problema della risposta, secondo i complottisti, è che nella lettera è scritto che “risulta impossibile intervenire su materie regolate da specifiche disposizioni di legge, la cui applicazione spetta ai competenti ministeri e su cui la Presidenza della Repubblica non può in alcun modo intervenire”.
Siccome questa, di fatto, non è una smentita, e si parla addirittura di scpeficie disposizioni di legge, la leggono come un’ammissione.
1 – Fallacia logica
Tanto per cominciare, se le scie chimiche fossero davvero materia regolata da specifiche leggi, come si può continuare a parlare di Geoingegneria clandestina? Non sarebbe per nulla clandestina, ed il governo non dovrebbe negare certo nulla.
2 – Perché una risposta del genere?
La presidenza, ha svariati incarichi, vedihttp://it.wikipedia.org/wiki/Presidente_della_Repubblica_Italiana e questo non è direttamente uno dei suoi. Ma a parte questo, la tipologia della risposta, rientra nella cosiddetta categoria dello “scaricamento di barile”.
Facciamo un esempio (fittizio):
Io lavoro in una grossa industria chimica, e durante il giorno, noto autocisterne, che non mi sembrano le solite, che girano incontrollate per lo stabilimento. Ed ogni tanto, in giro, trovo delle macchie d’olio sospette, che non mi sembrano normali. Vado dal presidente dello stabilimento, gli espongo il problema, e lui mi risponde che “non se ne occupa lui”, che il transito delle cisterne è regolato da specifiche norme, e che mi devo rivolgere alla logistica.
Il principio è lo stesso.
La donna parla di aerei a bassa quota, non civili né di linea (non ne rimangono tanti, rimangono i militari, anche per questo risponde la difesa), e che rilasciano sostanze che lei imputa destinate al cambiamento climatico.
La presidenza dice (certo un po’ in politichese) che non è compito suo, e demanda il lavoro a chi spetta (o a chi può spettare).
3 – L’esistenza delle scie chimiche non è negata.
Tralasciando le risposte alle interrogazioni parlamentari, in cui invece il fenomeno è stato negato, no, in questa lettera non è negato il fenomeno. Ma non è di certo nemmeno ammesso. Non sarebbe male ogni tanto, leggere quello che c’è scritto come se volesse dire esattamente quello che c’è scritto, invece di prodursi in interpretazioni.
4 – Se le scie chimiche esistessero, la risposta non sarebbe quella
Se il governo stesse coprendo le operazioni di geoingegneria clandestina, la risposta non sarebbe quella che ha ricevuto la signora. Nell'ipotesi dell’esistenza delle scie, la linea del governo sarebbe molto chiara, dato che fino ad adesso, lo stesso ha negato il fenomeno. Quindi come sarebbe possibile che, con una linea negazionista così ferrea, un segretario della presidenza, ammetta l’esistenza di una scia, con tale facilità?
Ed anche l’ipotesi di acclimatare la gente pian piano, non trova riscontro, dato che sempre ammettendo che fosse tutto vero, risulta improbabile che il primo sforzo di un’ammissione sia fatto alla prima signora che scrivendo, per mera fortuna, ottiene una risposta.
P.s.: a differenza di tanker enemy, luogocomune indica Napolitano stesso come autore della lettera, mentre invece la riposta è firmata dall’ASSISTENTE MILITARE PER L’AERONAUTICA. Naturalmente, essendo parte del segretariato generale della presidenza della repubblica, si può, per estensione di rappresentanza, imputare la responsabilità della risposta al presidente stesso, ma non la paternità.

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