Weather as a force multiplier - Owning the weather in 2025
Questo è uno dei documenti più spesso presentati e citati dai sostenitori dell’esistenza delle scie chimiche.
E’ uno studio fittizio, ovvero che esplora come le eventuali possibilità di modifica del tempo, possano influire ed aiutare le operazioni militari, se le scoperte in questo campo, andassero avanti come indicato nel documento stesso.
Che non sia da prendere diversamente da una serie di speculazioni sulle possibilità eventuali, è chiaro fin dal famoso disclaimer, iniziale:
”Questo report contiene una rappresentazione immaginaria di scenari/situazioni future. Ogni similitudine con persone o eventi reali, oltre a quelle specificatamente citate, sono non intenzionali e sono a solo scopo illustrativo”
Come lo ha definito Marco Gmerk Germani questo documento si riassume in "Se avessi del prosciutto, potrei farmi un panino, posto che trovi del pane".
Tuttavia, leggendolo si possono trovare informazioni interessantissime.
1) Prima di tutto, si nota a pag. VII, quando si definisce la matrice delle possibilità operative, che nel determinare le operazioni per il degrado delle forze nemiche, la parte di disturbo radar e delle comunicazioni, è relegata allo Space Weather.
Nello specifico, (si vede bene da pag. 25 in poi), il documento ipotizza di modificare le proprietà della ionosfera, per disturbare sia i radar che le comunicazioni, mediante l’attenuazione, lo scatter, l’assorbimento, o degradare le stesse mediante scintillazione o perdita di energia.
E’ interessante vedere che il tanto paventato movente delle scie chimiche, ovvero il miglioramento delle trasmissioni radio e radar, nel loro documento principale non è affidato alle scie, ma a una tecnologia molto più simile a Haarp.
2) A pag. 6, nell'ultimo paragrafo, si nota una dichiarazione circa lo stato delle cose relative a quando si scrisse il documento, ovvero “Dall'altra parte, le applicazioni di modifica del tempo proposte in questo report variano da tecnicamente provate a potenzialmente fattibili. Sono anche simili nel fatto che attualmente nessuna di queste è impiegata, o selezionata per essere impiegata dalle nostre forze operative”
In buona sostanza, il documento stesso dice che all'epoca le tecniche di modifica non era né impiegate, né in progetto, seppure alcune esistessero.
3) A pag. 13, quando si comincia ad esaminare le possibilità di modificare le precipitazioni, il documento propone una tecnica interessante, e cioè spargere il nerofumo come elemento per la modifica del tempo.
Il paper a cui fa riferimento (Weather Modification by Carbon Dust Absorption of Solar Energy), si trova in http://journals.ametsoc.org/doi/pdf/10.1175/1520-0450(1976)015%3C0355%3AWMBCDA%3E2.0.CO%3B2
Tra tutte le casistiche mostrate dal documento, è quella che dovrebbe interessare maggiormente gli sciachimisti. E’ uno studio preliminare che ipotizza l’utilizzo delle particelle incombuste rilasciate dal motore dell’aereo opportunamente modificato per dosare appunto polvere nerofumo, ottenuta anch'essa dalla combustione di un idrocarburo, ma non lo stesso che alimenta i motori, e che successivamente sfrutta la capacità di assorbimento dell’energia solare dello stesso, per far piovere e addirittura favorire la creazione di nuvole.
E’ solo uno studio fittizio, e suggerisce una concentrazione tale di nerofumo, che la scia si vedrebbe, a differenza della parte non visibile degli attuali scarichi degli aerei. (A pag. 360 dello studio sopra citato, si afferma che modificando di poco i motori disponibili all'epoca (1970) possono essere disperse particelle con un rateo da 9 a 13 tonnellate di idrocarburi per ora, per motore, e la metà di questo peso, risulterebbe in particelle disperse.
In buona sostanza, sappiamo che tale procedimento non è in atto perché le scie sarebbero nere, e non bianche.
4) A pag 16, il documento attesta una cosa importantissima:
”... le precipitazioni possono essere “forzate” a cadere prima del loro arrivo nel territorio desiderato, rendendolo così “secco”. ...”
Quando nel documento si parla di soppressione delle precipitazioni, il sistema proposto è FAR PIOVERE DA UN’ALTRA PARTE. Quindi anche qua si evince che non esiste la distruzione dei cumuli, in quanto il cloud seeding igroscopico, comunque lo si pratichi, per distruggere una nuvola o impedire che precipiti, fa in modo di farla precipitare prima che arrivi a destinazione.
Altrettanto interessante, è che nel documento non si menzionano mai né Bario in nessuna forma, né cose come gel al Silicio o altro.
5) A pag. 18, parlando di modifica e controllo delle tempeste, c’è un altro interessante passaggio:
” Comunque, come ci si aspetterebbe basandosi sul livello di energia di una tempesta, la letteratura scientifica corrente, indica che ci sono limiti fisici definiti sull’abilità umana di modificare i sistemi di tempesta. Tenendo questo in considerazione, assieme con considerazioni politiche, ambientali, economiche, legali e morali, confiniamo la nostra analisi delle tempeste a temporali localizzati e di conseguenza non consideriamo più grandi sistemi tempestosi, come ad esempio uragani o intensi sistemi di bassa pressione”
Questo per far notare che perfino in un documento immaginario, si rinuncia alla possibilità di creare catastrofi naturali, conoscendo l’energia in gioco.
Inoltre è interessante vedere che esaminando cosa si potrebbe fare riguardo alle tempeste, gli utilizzi importanti sono due: uno è quello di conoscere meglio i meccanismi predittivi delle stesse, per portare in anticipo gli aerei amici, lontano da zone pericolose. L’altro è quello di utilizzare tecniche per sopprimere fulmini (a scopo di sicurezza) lanciando chaff nella nube o di scatenare fulmini (per scaricare in fretta la nube temporalesca) lanciando un razzo dentro alla nube.
6) Successivamente il documento si dilunga un sacco sulle possibilità della modifica della Ionosfera.
Da questo, probabilmente, viene generata molta della sfiducia sul progetto Haarp. Il documento cita un paio di studi, dove si evidenzia come la modifica della Ionosfera mediante onde ad alta frequenza (HF), per poter creare specchi ionosferici artificiali, atti a riflettere le onde radio, da usare per aumentare il range delle proprie comunicazioni, o impedire l’arrivo al satellite di quelle nemiche.
Nessun’altra ipotesi o addebito, viene fatto a questa tecnologia. Né modifica climatica, né terremoti, né altro.
7) Per finire, l’ultima parte pag. 27, si occupa di “tempo artificiale” ovvero non di soppressione o miglioramento delle condizioni già esistenti, ma della creazione ex novo di condizioni meteorologiche specifiche, su richiesta.
Qua siamo letteralmente nel campo delle ipotesi fantascientifiche, e per la prima volta si parla di smart clouds e di nanotecnologia. Ma seppur uno studio sulla nanotecnologia viene citato, nessuna reale prospettiva a parte un paio di speculazioni, viene realmente affrontato.
8) Ciliegina sulla torta, a pag. 34, c’è lo schemino utilizzato nelle 10 prove sull'esistenza delle scie chimiche, di Massimo Mazzucco, alla prova n. 7.
Prova nella quale lui chiedeva
“7 - Se l'utilizzo dei composti chimici per la modificazione dell'atmosfera e quello dei veicoli aerei per la disseminazione non fossero già stati disponibili nel 1995, perché gli autori della ricerca non li hanno contrassegnati con l'asterisco che individua proprio le potenziali tecnologie ancora da sviluppare?”
ma a pag. 33 c’è scritto: “Come utenti primari, i militari rimarranno i principali sviluppatori delle tecnologie segnate con un asterisco. Il settore civile sarà la principale risorse per le rimanenti tecnologie”
Ovvero, l’asterisco non designa cosa è da sviluppare e cosa no, ma solo chi lo sviluppa.
N.b.: La traduzione inglese è opera mia, e può essere soggetta ad errori. Ho linkato il documento originale, per correttezza, e chi può è pregato di verificare il testo originale.
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